* em memória de meu avô Giulio para C .Chiunque in questo bicentenário di Alessandro Manzoni (1785-1873) si disponga ad una rilettura attenta delTopera sua potrà scoprirvi degli aspetti ancora sorprendenti. Cosi, per esempio, potrà rilevare nei Promessi Sposi diverse caratteristiche ehe sembrano anticipare aspetti delTopera di Franz Kafka (1883Kafka ( -1924. Ecco un'affermazione magari in apparenza avventata, ma ehe pensiamo risulterà meno strana se si vorrà ripercorrere, sia pure sommariamente, alcuni itinerari della vita e delTarte dei due grandi scrittori.Le coincidenze fra Manzoni e Kafka cominciano infatti da certi dati biografici. Al di là delia cronologia e di circostanze ehe sem brano separarli, giova osservare ehe moite esperienze umane fondamentali in una vita furono comuni a tu tt'e due. Cosi il difficile raporto con il padre: si ricordi, in questo senso, la celebre Lettera al Padre, di Kafka, come pure i freddi rapporti tra Pietro Manzoni e il figlio, se pur lo era. Fondamentale, poi, per entrambi è Tespe-* rienza religiosa. L'eredità ebraica, il contatto con ambienti cristiani, la stessa inquietudine interna ehe lo aw icinava a Pascal, tutto faceva si che lo scrittore praghese, nonostante i sempre forti legami con la fede |dei padri, fosse portato a stimare anche altre espressioni di| religiosità e a considerare da questo lato i destini delTuomo. Su pérfluo poi ricordare la ricchezza delia simbologia religiosa delle sue opere, ricordata dalTamico e confidente Max Brod. La stessa intensa religiosità si ritrova nel Manzoni. Abbandonato il paterno cristianesimo, convezionale e conservatore, e adottate le posizioni illuministiche, continua il Manzoni la travagliata ricerca di una generosa posizione etica, ricerca che pure da Pascal trarrà esempio e stimolo. Entrava alora nella sua vita la figura delTamatissima sposa, Enrichetta Blondel. Svizzera, di famiglia calvinista, Enrichetta conosce poi dei cattolici inclini alla severa moralità giansenistica. Ammirandone la serietà, finisce per convertirsi al cattoliLíngua e Literatura, (1 5 ), 1986.