“…Presente, secondo alcuni, nella lunga durata nella storia disciplinare (Bennet 1996, Patterson 2001, Sanjek 2014, una simile propensione all'impegno e al sostegno delle prospettive e delle istanze dei gruppi con i quali l'antropologo lavora, nel corso dell'ultimo ventennio ha preso sempre più piede, suscitando dibattiti, discussioni e polemiche (Checker 2009, Low, Merry 2010, Baer 2011, Jobson 2020. Che la si sostenga (tra i molti riferimenti possibili MacClancy 2002, Eriksen 2006, Sillitoe 2015, la si critichi (ad esempio Carrier 2016, Dullo 2016, la si problematizzi (Hale 2006, Fassin 2008, Herzfeld 2010) o si cerchino strade per coniugarla con la dimensione critico-politica dell'antropologia contemporanea (Osterweil 2013, Ortner 2016) tale spinta all'impegno e al coinvolgimento (etico e politico) si è andata in qualche modo radicalizzando, portando a quel tipo di etnografia militante il cui interesse, insieme alle problematicità, sono stati sottolineati anche in un recente volume italiano (Boni, Koensler, Rossi 2020). Ciò che mi interessa qui sottolineare è, però, solo una delle conseguenze della sempre più diffusa "militantizzazione" della disciplina.…”