Articoni, A. (2014). La sua barba non è poi così blu. Immaginario collettivo e violenza misogina nella fiaba di Perrault. Roma: Aracne.La sua barba non è poi così blu… è la frase con cui l'ultima moglie e protagonista della fiaba più cupa e noir di Perrault sopprime le sue difese siglando un patto recondito con il suo aguzzino. È una negazione a guardare al di là dell'esteriorità, […] la ricchezza ostentata […], le buone maniere messe in campo per conquistarla […]di ciò che rende Barbablù inabile ad amare al punto da aver già ammazzato altre donne prima di lei […]. La donna decide di sposarlo perché "era una persona ammodo e molto perbene" (p. 15).Il libro che Angela Articoni ci presenta è frutto di un preciso e attento lavoro di analisi su una fiaba tra le più terribili che popolano l'immaginario collettivo della cultura occidentale, ovvero l'archetipo di Barbablù. Questa figura, così presente in una varietà multiforme di testi narrativi, musicali, pubblicitari, illustrazioni, film, è diventata nel corso dei secoli così popolare e diffusa che si tende a dimenticarne le sue origini letterarie per assimilarla alla tragica violenza di genere, senza considerare la sua genealogia basata su precisi fatti e figure realmente esistiti nella storia.Un principe "azzurro" che diventa "blu", una storia che affascina per il suo lato oscuro, la vicenda del sanguinario uxoricida che nell'immaginario collettivo finisce per essere presto associata all'idea del serial killer, al punto che quello di Barbablù diviene il soprannome affibbiato ad alcuni reali assassini seriali come, Gilles de Rais (da cui Perrault avrebbe preso ispirazione), Enrico VII, o Henri Landru (p. 17).La novità del lavoro di Articoni consiste in primo luogo nel ritrovare le sparse tracce del personaggio di Barbablù, sia nelle sue origini storico-leggendarie (come pare chiaro nel secondo capitolo), per poi seguire le metamorfosi di tale aguzzino da Perrault in poi (tema affrontato nel terzo e nel quinto capitolo), per giungere quindi alle sue trasformazioni grafiche ed artistiche (capitolo quarto) fino alla rappresentazione filmica, altrettanto interessante (nel capitolo sesto). Si tratta perciò di una ricognizione a tutto tondo su questo protagonista della violenza che si colloca sempre di più nel nostro tempo tra le esistenze concrete delle donne, uscendo dagli incubi e dai sogni per farsi vivo e reale, in carne ed ossa.La sua barba non è poi così blu… è ciò che si ripetono migliaia di donne che subiscono maltrattamenti e violenze, che sono vittime dell'uomo, ma cercano di comprenderlo, di redimerlo, di scusarlo una, dieci, cento volte, fino all'epilogo cruento della loro vita (p. 15).
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