Nella Summa Logicae, l'opera filosofica piü completa e sistematica di Guglielmo di Occam, e precisamente nelle Pars prima, dove si tratta della logica dei termini, viene citata con una certa frequenza la Dialectica di Giovanni di Damasco. E' nota la libertä con cui Occam ,legge' anche gli scritti aristotelici, discostandosi largamente dalle interpretazioni piü correnti; logico originale e raffinato, delle auctoritates egli si serve per costruire e consolidare un edificio in gran parte nuovo. Non e quindi pensabile che un'opera di scarsa originalitä, quäle e quella del Damasceno, possa aver esercitato un influsso rilevante su di lui. Resta perö il fatto che essa e menzionata in piü luoghi della Summa Logicae, e talvolta citata estesamente, a conferma di tesi di fondo deiroccamismo: Giovanni di Damasco e, qui, ,il santo', che viene affiancato ad Aristotele, ,il filosofo'\ per puntellare saldamente da ogni parte la nuova prospettiva del Venerabiiis Inceptor, per molti versi sconvolgitrice di una visione ormai consolidata della realtä. Per valutare meglio la presenza del Damasceno nella Summa Logicae, dopo aver sommariamente ricordato le dottrine di Occam che piü ci sembrano interessate dalle sue citazioni, esamineremo perciö queste ultime, cosi da precisare la loro effettiva funzione; delineeremo poi alcune tesi di fondo di questo Padre che possono aver facilitato la lettura occamista della Dialectica^ e, infine, ricordando che tale opera non e uno scritto originale ma un compendio, una compilazione, indicheremo, dove sia possibile, le sue fonti, che sono di fatto le fonti remote dalle quali Occam si trova ad attingere.
- Alberto Siclari La religiositÀ di Harald Hoffding, educato nella fede cristiana, si č risolta con gli anni nella fede nella conservazione della dimensione del valore, che giudicava essere condizione di possibilitÀ per l'esistenza umana. Questa fede, che valorizza l'autenticitÀ personale e promuove lo sviluppo di una societÀ di spiriti liberi e solidali, deve tuttavia misurarsi con il corso naturale delle cose e l'esperienza del tragico. La religione dei valori diffusi Roberto Cipriani L'ambito ascrivibile alla religione dei valori diffusi andrebbe dalla categoria definita come religione di chiesa critica a quella indicata come religione critica come allontanamento, dunque comprendendo sia una parte della religione di chiesa (quella meno corriva), sia tutto l'arco della religione diffusa, sia ogni forma di religione critica. Secondo gli esiti della cluster analysis vengono classificati come appartenenti alla religione di chiesa il 32% degli intervistati, alla religione diffusa (o modale) il 59,1%, alla non religione l'8,9%. La societÀ degli individui, n. 34, anno XII, 2009/1
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