Il saggio, che ha ispirato e complementato la preparazione di una più ampia monografia in lingua inglese, di prossima pubblicazione, prova ad affrontare la questione, prima facie ossimorica, della autoriflessività nell’opera narrativa di Luigi Capuana, tema (relativamente) poco considerato nell’ambito della capuanistica. Si adotta qui una metodologia ibrida, che combina close reading di alcuni testi capuaniani ad una prima formulazione di distant reading di alcune macro-tendenze individuabili nella sua produzione complessiva, critica e narrativa. Dopo avere introdotto la cornice metodologico-terminologica legata all’autoriflessività, la prima parte del contributo illustra come le istanze di metafiction, metanarration e metareference non si limitino alla produzione narrativa tarda. Al contrario, questi fenomeni meta-artistici, seppure a intermittenza, si rivelano essere parte integrante dell’opera capuaniana sin dagli esordi. Tale “lettura distante” della componente autoriflessiva in Capuana narratore consente di far luce sulla maniera tutt’altro che casuale in cui, in Capuana, narrativa e produzione critica si combinano sul piano cronologico.