La protesizzazione negli esiti di fratture dell’acetabolo

Abstract

I postumitervento. L'esito è stato il seguente: degli 81 casi in cui si era prodotta una riduzione anatomica, solo il 18% (ovvero 15 anche) ha successivamente richiesto il trattamento protesico. Dei 5 casi in cui era possibile rilevare una ridotta congruenza articolare, 3 (58%) sono stati protesizzati successivamente; tutti e 3 i casi con dislivelli o "gap" interframmentari di ampiezza superiore a 3 mm sono andati incontro a protesizzazione. Pur ricordando che anche altri fattori partecipano alla determinazione prognostica di una frattura di cotile, questi dati sottolineano l'importanza primaria della riduzione anatomica e della stabile osteosintesi. Valutazione pre-operatoriaLo studio radiografico ci deve dare informazioni certe sulla posizione della sintesi, sullo stato delle pareti acetabolari, sull'entità del "bone loss" e sull'eventuale presenza di calcificazioni. Le proiezioni antero-posteriore del bacino, le proiezioni oblique (alare e otturatoria) e assiale dell'anca interessata sono sempre indispensabili. Tali radiogrammi sono stati impiegati nel "planning" pre-operatorio per la scelta del tipo di artroprotesi e per la previsione delle dimensioni delle componenti protesiche. Uno studio TC, possibilmente con ricostruzioni tridimensionali, si è rivelato utile per definire il "bone stock" residuo, l'eventuale presenza e la sede di ossificazioni eterotopiche e per approfondire quali mezzi di sintesi si interponessero durante il montaggio del cotile protesico. In merito alla valutazione del "bone stock", abbiamo ritenuto utile applicare la stadiazione dei difetti ossei proposta dal Gruppo Italiano Riprotesizzazione, propriamente destinata allo studio delle mobilizzazioni della componente cotiloidea negli esiti di fratture acetabolari (Tab. 1). Analizzando la nostra casistica attraverso questo sistema di "staging" è possibile ottenere i seguenti dati: 15 casi in stadio I, 21 casi in stadio II, 6 casi in stadio III, 3 in stadio IV. Il "planning" pre-operatorio deve prevedere, dopo l'accertamento radiografico e la stadiazione del "bone loss" presumibile, la valutazione sull'eventuale rimozione dei mezzi di sintesi, la scelta dell'elenee o in necrosi cefalica [5][6][7]. Infine, le malconsolidazioni e le pseudoartrosi possono condizionare l'insorgenza di instabilità croniche con tendenza alla sublussazione recidivante della testa femorale, o comunque a una alterazione dei rapporti articolari tra testa femorale e acetabolo (ovalizzazione) tale da condizionare la comparsa dell'artrosi post-traumatica. In tutti questi casi la sostituzione protesica rappresenta il trattamento di scelta [8-10]. Sebbene diversi Autori abbiano prospettato l'utilizzo dell'artrodesi in pazienti giovani, obesi o lavoratori di forza, la protesizzazione rappresenta senza ombra di dubbio l'opzione terapeutica preferibile [11][12][13]. Abbiamo valutato 253 fratture acetabolari trattate presso l'Istituto Ortopedico G. Pini dal gennaio 1992 al dicembre 2001. In 72 casi si è optato per il trattamento incruento, nei restanti casi è stata eseguita u...