Absorbable sutures are widely used for wound closure after total hip replacement. Here we present two cases of suture-related foreign-body reaction that perfectly mimicked a periprosthetic joint infection, with sterile abscess formation and physical and laboratory signs of inflammation acutely presenting 7–8 weeks after surgery, at the time of suture absorption. Both recurred with analogous timing after irrigation and debridement, likely due to re-using the same suture material. Multiple negative microbiological samples and positive histological samples showing a foreign-body reaction are the fundamental steps towards the diagnosis of a suture-related pseudoinfection (SRPI). Only three other cases have been reported to date, but the recurrence, together with the self-healing course after relapse, represents a completely novel feature and possibly the strongest demonstration of the supposed aetiopathogenesis. The knowledge of this possible complication leads to some clinical implications: all potential periprosthetic joint infections should routinely undergo not only microbiological but also histological sampling; caution should be used when recommending prosthesis exchange for potential infections occurring in the time range of suture absorption; lastly, if SRPI is suspected, a suture with low propensity to induce foreign-body reactions should be chosen after irrigation and debridement and the volume of absorbable material left in the wound should be as small as possible.
This retrospective, observational cohort study of mechanically ventilated patients at 21 community and 2 academic hospitals demonstrated that in 28,758 derivation cohort admissions, every 10% increase in SpO2/ FiO2 time at risk (SF-TAR) was associated with a 24% increase in adjusted odds of hospital mortality. The SF-TAR can identify ventilated patients at increased risk of death, offering modest improvements compared with single SpO2/FiO2 and P/F ratios. This longitudinal, noninvasive, and broadly generalizable tool may have particular utility for early phenotyping and risk stratification.
OrtopediaReumatologia Ortopedia Reumatologia Ortopedia Reumatologia chirurgico in artroscopia per poter osservare direttamente i caratteri della lesione, per poter eseguire un prelievo bioptico per il successivo esame istologico e per trattare selettivamente la lesione. La procedura è stata eseguita attraverso i tradizionali portali artroscopici antero-mediale e antero-laterale, posizionando la paziente in decubito supino in anestesia generale e applicando un laccio pneumostatico a livello del terzo inferiore della coscia previo svuotamento dell'arto con fascia di Esmarch. All'ispezione del cavo articolare, previa dilatazione con soluzione fisiologica, si è potuto osservare una membrana sinoviale di color ocra prevalentemente nel comparto mediale e nel mortaio tibiale adesa alla cartilagine e tipicamente villiforme (Fig. 2). Mediante strumento motorizzato e strumento a radiofrequenze abbiamo eseguito una sinovialectomia selettiva con buona rimozione di tessuto patologico, previa asportazione di campioni per l'esame istologico. L'intervento è stato concluso con abbondanti lavaggi articolari. L'esame istologico ha permesso di valutare una sinovite cronica con diffusi accumuli di pigmento emosiderinico e cellule giganti a tipo corpo estraneo intorno a focolaio di necrosi con cristalli colesterinici. Il reperto era suggestivo di sinovite villonodulare pigmentosa [4].ispessimento della membrana sinoviale dell'articolazione talocrurale, particolarmente spiccato a livello del recesso sinoviale posteriore ove la membrana andava ad assumere aspetto vegetante, con segnale disomogeneamente basso, sia nelle sequenze a corti sia in quelle a lunghi TR (Fig. 1). Si evidenziava inoltre una discreta quantità di versamento che si andava a raccogliere prevalentemente anteriormente. I capi ossei apparivano sostanzialmente regolari per morfologia e struttura con cartilagini di rivestimento sostanzialmente conservate e rapporti corretti. Le altre articolazioni comprese nel campo di vista erano regolari, analogamente ai legamenti, ai tendini, alle guaine sinoviali di questi ultimi e ai rimanenti rilievi.In conclusione il quadro RM deponeva per una SVP dell'articolazione talo-crurale. TecnicaA questo punto abbiamo sottoposto la paziente a intervento IntroduzioneLa sinovite villonodulare pigmentosa (SVP) è una patologia infiammatoria cronica della membrana sinoviale di raro riscontro (1,8 casi per milione), a eziopatogenesi tuttora non ben definita e con caratteri anatomo-patologici tipicamente di proliferazione fibroistiocitaria e aggressività locale. La SVP può presentarsi sia in forma localizzata, sia in forma diffusa e può avere sede sia intra-sia extraarticolare [1]. Sede elettiva di localizzazione della forma diffusa, di regola intra-e monoarticolare, è l'articolazione del ginocchio, ma possono essere interessati, con frequenza decrescente, l'anca, la caviglia, il polso e la spalla [2]. La forma extra-articolare di SVP si manifesta generalmente in forma nodulare e viene spesso considerata come un'entità a sé stante con localizzazi...
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