“…Dal punto di vista dei contenuti e delle problematiche a cui si rivolge, la teoria dell'argomentazione è una disciplina antica, che trae origine nella pratica sofistica, nella dialettica socratico-platonica, nell'opera di Aristotele, e in seguito negli studi retorici dell'epoca romana. Imprescindibile per gli sviluppi fino alla modernità è la distinzione tra dialettica e retorica, operata principalmente da Aristotele: la dialettica si occupa del ragionamento attorno al verosimile, 12 di tesi cui per forza di cose si può solo aderire con intensità variabile, ed è concepita dallo stesso Aristotele «come l'arte di ragionare partendo da opinioni generalmente accettate» (Perelman & Olbrechts-Tyteca, 1958/2013; la retorica, complementare alla dialettica, ha come oggetto il discorso persuasivo nei confronti di un uditorio, e insegna «Come si deve dire qualcosa − secondo quali schemi, seguendo quali criteri, con quali cautele − perché ciò che viene detto risulti un mezzo efficace per consentire il fine del nostro dire-fare, cioè la produzione di determinati effetti sull'uditore (convincerlo circa la credibilità di un'opinione, indurlo a compiere o ad astenersi dal compiere una data azione, portarlo a modificare certi suoi atteggiamenti, sentimenti ecc.)». (Cattani, 1994, p. 166) Si semplifica la questione, ma non si sbaglia di molto, affermando dunque che se la dialettica è maggiormente focalizzata sugli aspetti di ragionevolezza del discorso, la retorica è più spostata sull'efficacia persuasiva dello stesso.…”