2020
DOI: 10.30687/978-88-6969-455-4/008
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D’Annunzio dall’una all’altra prosa

Abstract: In the particular form of a letter, this critical analysis focuses on the prose writing of Gabriele d’Annunzio, from the novelistic and romance story to the exploration of shadows and personal recherche, between elzeviro and fragment. In the analysis, the attention goes to the studies dedicated over the years to the topic by Pietro Gibellini, also referring to the contributions by Ilaria Crotti on the same subject: not a retrospective, solipsistic look on individual contributions, but an attempt to compose the… Show more

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“…Il problema, però, è che il poeta sovranamente egotista, il romanziere che aveva dato ai personaggi tratti riconoscibilmente suoi […], il prosatore accanito nello scavare nella propria psiche o nel sondare la memoria di sé, l'epistolografo sempre teso a costruire per i posteri l'immagine sovrapposta di uomo e di scrittore… ebbene, questo campione dell'Io sembra smarrirsi nel momento in cui specchia il proprio volto per chiuderlo in una cornice unitaria: come un Narciso deluso e beffato, Gabriele vede diffratto il mosaico del suo viso in mille tessere luminose ma slegate. 34 Così, lungamente attratto dalle lusinghe del genere autobiografico, 35 d'Annunzio alla fine non riesce a scrivere che un'«[a]giografia […] in negativo», 36 il cui filo conduttore è lo spettro della morte: la Via Crucis. Si prenda allora in considerazione un quesito che ci si potrebbe porre leggendo questa sezione: se in essa troviamo una «disposizione lineare e crono-logicamente piana degli eventi biografici», 37 dov'è la tanto decantata forza dirompente dello "stile tardo"?…”
Section: Faville DI "Stile Tardo" Dannunzianounclassified
“…Il problema, però, è che il poeta sovranamente egotista, il romanziere che aveva dato ai personaggi tratti riconoscibilmente suoi […], il prosatore accanito nello scavare nella propria psiche o nel sondare la memoria di sé, l'epistolografo sempre teso a costruire per i posteri l'immagine sovrapposta di uomo e di scrittore… ebbene, questo campione dell'Io sembra smarrirsi nel momento in cui specchia il proprio volto per chiuderlo in una cornice unitaria: come un Narciso deluso e beffato, Gabriele vede diffratto il mosaico del suo viso in mille tessere luminose ma slegate. 34 Così, lungamente attratto dalle lusinghe del genere autobiografico, 35 d'Annunzio alla fine non riesce a scrivere che un'«[a]giografia […] in negativo», 36 il cui filo conduttore è lo spettro della morte: la Via Crucis. Si prenda allora in considerazione un quesito che ci si potrebbe porre leggendo questa sezione: se in essa troviamo una «disposizione lineare e crono-logicamente piana degli eventi biografici», 37 dov'è la tanto decantata forza dirompente dello "stile tardo"?…”
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