Concubinae

Abstract

CONCUBINEI1 concubinatus deve essere nettamente distinto dal matrimonio e dal contubernium. I contubernales non avevano conubium a causa del loro status (almeno uno dei componenti la coppia era schiavo); nel concubinatus non c'era affectio maritalis, e poichè l'intenzione di sposarsi era il fattore principale nel determinare se il matrimonio esistesse o meno, la relazione legale fra due coabitanti poteva essere non sempre chiara agli occhi dei terzi. Il concubinatus era una relazione extra-legale, ma stabile ed abbastanza accettata da essere discussa dai giuristi e commemorata su iscrizioni tombali. Dopo avere esaminato le iscrizioni di Roma (che confermano le conclusioni di Rawson) e di altre città italiane pubblicate nel CIL, e le indicazioni offerte dai giuristi sullo status sociale delle concubinae, l'articolo giunge alla conclusione che, come le fonti letterarie ci fanno supporre, le concubine erano probabilmente inferiori ai loro partners, socialmente e forse anche economicamente. Quelle ricordate sulle iscrizioni sono raramente libertae dei loro conviventi, anche se i giuristi sembrano accettare che un uomo abbia per concubina la sua stessa liberta. Lo status di liberti o forse di cittadini è comune per ambedue i concubini. Donne ingenuae però, se pure potevano essere legalmente concubine, sono raramente attestate come tali nelle iscrizioni. L'evidenza che ci proviene dai giuristi e dagli epitaffi, anche se né gli uni nè gli altri danno un quadro completo della società, suggerisce che il concubinatus, se pure legale ed accettato, non era statisticamente tanto significativo quanto le fonti letterarie potrebbero farci credere. Si sostiene inoltre che non era previsto che un uomo avesse una moglie ed una concubina contemporaneamente.

MORE THAN MISTRESSES, LESS THAN WIVES: THE ROLE OF ROMANCONCUBINAEIN LIGHT OF THEIR FUNERARY MONUMENTS

“…Regarding the identity of the partners of freed concubinae , modern scholars commonly assume that concubinage could be chosen by a patron in order to have a formal and socially accepted union with one of his freedwomen, without accepting her as a legal wife (Treggiari, 1981a: 72–3; Perry, 2014: 92–3). However, the epigraphic evidence (Figs 2 and 3) shows that most of the freedwomen's partners were liberti (68.2 per cent), followed by ingenui (21.2 per cent) and then incerti (10.6 per cent).…”

“…This incidence is very high compared with that usually seen in Roman epitaphs (Huttunen, 1974; Joshel, 1992). These men were involved in a wide range of professional as well as public sectors, from politics to the army, from religion to manufacture and trade (Treggiari, 1981a: 68). An inscription from Cingulum (Picenum) describes Cernitia Nimphe as the concubina of the ingenuus Marcus Cernitius Pollio, likely her patron 30 .…”

“…Treggiari (1981a: 60–4) describes the role of concubinae with these words: ‘They are expected to have the virtues of a wife, but not her pretensions’ (cf. Tramunto, 2009: 52–3); the concubina , then, was supposed to fulfil all those tasks which were expected from a legal wife, without benefiting from the esteem and status of a wife.…”

“…Epigraphically attested freeborn concubinae are AE 1976, 213;CIL V 1298 and 4153. 9 Galeria Lysistrates (CIL VI 8972, Rome), freedwoman and concubina of the emperor Antoninus Pius, has not been considered given our focus on the figure of the concubina among 'ordinary' Romans: Treggiari, 1981a: 60-1.…”

Re-reading Propertius’ Arethusa

“…For young men, who typically married at around age 30, concubinage provided a means to companionship and sexual gratifijication in the years between puberty and marriage. "14 ) He also points out, what is relevant to Arethusa and Lycotas, that men in the military, "who were forbidden to marry while on active duty, frequently took concubines as partners".15 ) For elites, such relationships were not forbidden, though not encouraged, under the Julian laws, and did not form a barrier to a subsequent marriage by the socially superior male partner (Treggiari 1981).…”