Photo driven advanced oxidation process (AOP) with peracetic acid (PAA) has been poorly investigated in water and wastewater treatment so far. In the present work its possible use as tertiary treatment of urban wastewater to effectively minimize the release into the environment of contaminants of emerging concern (CECs) and antibiotic resistant bacteria was investigated. Different initial PAA concentrations, two light sources (sunlight and UV-C) and two different water matrices (groundwater (GW) and wastewater (WW)) were studied. Low PAA doses were found to be effective in the inactivation of antibiotic resistant Escherichia coli (AR E. coli) in GW, being UV-C driven process faster (detection limit (DL) achieved for a cumulative energy (QUV) of 0.3 kJL-1 with 0.2 mg PAA L-1) than solar driven one (DL achieved at QUV=4.4 kJL-1 with 0.2 mg PAA L-1). Really fast inactivation rates of indigenous AR E. coli were observed in WW. Higher QUV and PAA initial doses were necessary to effectively remove the three target CECs (carbamazepine (CBZ), diclofenac and sulfamethoxazole), being CBZ the more refractory one. In conclusion, photo driven AOP with PAA can be effectively used as tertiary treatment of urban wastewater but initial PAA dose should be optimized to find the best compromise between target bacteria inactivation and CECs removal as well as to prevent scavenging effect of PAA on hydroxyl radicals because of high PAA concentration.
Procacciatori d'affari è un breve racconto contenuto all'interno della raccolta Vizio di forma. Il racconto è incentrato sul tema della condizione prenatale e dell'analisi dei pro e i contro della vita sulla Terra, cui il protagonista S. deciderà infine di aderire senza vantaggio alcuno nascendo, appunto, del tutto casualmente. Vi si aggiunge, così, anche l'atavica riflessione sul tema del libero arbitrio. Scopo di questo intervento è la ricerca dei modelli culturali e letterari di un racconto, finora poco analizzato dalla critica contemporanea, sviluppata anche attraverso l'analisi dei modelli archetipici legati allo stadio prenatale, svolta in primis ad un livello antropologico e filosofico che rinvia alla cultura ebraica delle origini, per poi concentrarsi, naturalmente, sul modello letterario che si può far risalire indietro fino a Virgilio (Eneide, VI, 883 «Tu Marcellus eris») attraversando al contempo anche il Prometeo di leopardiana memoria.
L’esperienza lavorativa di Levi, in qualità di chimico impiegato – non esclusivamente ma in maggior misura – presso la Siva, torna a più riprese nella sua scrittura, in particolar modo nei racconti brevi contenuti all’interno della raccolta Il sistema periodico. Nonostante la visione del lavoro in fabbrica certamente positiva e ottimistica, – come appare all’interno de La chiave a stella, testo ampiamente analizzato dalla critica – una lettura approfondita dei racconti sopra menzionati mostra anche una certa posizione critica di fondo, specie nel trattamento destinato ai lavoratori che si fa, a tratti, ancora metafora del trattamento disumano subìto in Lager. Questo saggio analizza, dunque, cinque tra i racconti contenuti nella raccolta ( Nichel, Cromo, Arsenico, Azoto e Vanadio) allo scopo di cercare di ottenere una panoramica, quanto più possibile completa, del problema trattato. Lungi, dunque, dallo sconfessare la visione ottimistica del lavoro in Levi, questo testo vuole accostare agli studi sul tema una nuova prospettiva di lettura che apra, come sempre in Levi, alla complessità.
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