El artículo presenta un caso clínico, dirigido en el año 2011 por el equipo de servicio de consulta ética clínica del Instituto de Bioética y Humanidades Médicas de la Facultad “Agostino Gemelli” de Medicina de la Universidad Católica del Sacro Cuore en Roma (Italia). El caso clínico se refiere a los dilemas éticos sobre las perspectivas del paciente para recibir un trasplante hepático ortotópico porque no era residente del país y carecía de un cuidador para asistirlo durante el periodo de seguimiento, así como de un lugar para quedarse después de la cirugía.
A venti anni dalla Convenzione di Oviedo traspare ancora la sua attualità e importanza nel definire i principi dell’etica biomedica. Nonostante il cruciale ruolo ricoperto dalla Convenzione di Oviedo e dai suoi Protocolli aggiuntivi, gli Stati Membri presentano una disomogenea adozione degli stessi. In particolar modo, l’Italia ha iniziato il processo di ratifica nel lontano 2001, ma tale processo non essendosi mai concluso lascia un vuoto normativo in alcuni settori importanti come quello della sperimentazione clinica. Tale vuoto risalta maggiormente con l’adozione del nuovo Regolamento EU 536/2014, il quale – sostituendo la Direttiva CE 20/2001 – apporta numerosi cambiamenti ed introduce la possibilità di applicare la sperimentazione in emergenza su soggetti incapaci di fornire consenso informato. Vari sono i dilemmi normativi ed etici che sorgono in relazione a questo tipo di sperimentazione sui soggetti vulnerabili. ---------- Twenty years after the Oviedo Convention, its relevance and importance in defining the principles of biomedical ethics is not questioned. Despite the crucial role played by the Oviedo Convention and its additional Protocols, Member States showed a disparity in their adoption. Particularly, Italy has started the ratification process in the 2001, but this process is not yet completed and this produced a regulatory gap on clinical trials on human subjects. This gap stands out with the adoption of the new EU Regulation no. 536/2014, which – replaces EC Directive 20/2001 – introduces many changes and the possibility to start emergency trials on patients which are incapable to provide informed consent. There are several legal and ethical dilemmas that arise in the light of this specific emergency trial on vulnerable subjects.
Lo studio ha lo scopo di sollecitare una riforma della responsabilità penale che preveda una riduzione di responsabilità legale per la chirurgia ad alta precisione, per quella ad alto rischio, come per esempio la chirurgia endoscopica sinusale (ESS). Il contributo comprende una revisione della letteratura medica, concentrandosi sullidentificazione e sullesame dei motivi per cui la tecnica di ESS corre un rischio molto elevato di produrre gravi complicazioni dovute a manovre chirurgiche inesatte. Tale contributo, prevede anche una revisione della teoria del diritto e della giurisprudenza britannica e italiana in merito alla negligenza medica, soprattutto con riferimento alla L. italiana n. 189 del 2012 (Decreto Balduzzi). Si è constatato che gravi complicanze dovute a manovre chirurgiche non corrette di ESS possono verificarsi, indipendentemente dalla prudenza/diligenza del chirurgo. La soggettività in termini giuridici risulta essenziale per la negligenza medica, soprattutto con riferimento alla chirurgia ad alta precisione. La legge italiana 189/2012 rappresenta una buona base per la limitazione della responsabilità penale derivante da manovre imprecise in chirurgia ad alta precisione, come appunto lESS. In conclusione, si considera che i chirurghi che eseguono ESS dovrebbero essere esonerati da responsabilità penale in caso di negligenza lieve sopravvenuta nonostante il rispetto delle line guida emanate.
Gli autori affrontano la questione del criterio da seguire per risolvere le situazioni in cui i diritti umani legalmente riconosciuti entrano in conflitto tra loro. La questione è aggravata dalla mancanza di consenso per quanto riguarda le priorità tra i diritti umani. Tuttavia, gli autori ritengono che quando è in gioco il diritto alla vita, questo – sia dal punto di vista etico che giuridico – dovrebbe prevalere sulle rivendicazioni di altri diritti, quanto meno nella sua formulazione negativa (non cagionare la morte). Si tratta infatti, logicamente e cronologicamente del più fondamentale dei diritti. Gli autori ritengono che vi sia una forte logica a stabilire una priorità tra le tre generazioni di diritti umani andando dal più al meno importante. È comunque un utile esercizio quello di esaminare – nella dimensione del conflitto tra diritti – la questione del diritto al rispetto della coscienza nell’ambito sanitario, cercando di stabilire l’ordine delle priorità. Gli autori approvano la posizione assunta da legislazioni e decisioni giudiziarie che generalmente assicurano il riconoscimento del diritto al rispetto della coscienza per gli operatori sanitari.The authors raise the question of what should be done when legally recognized human rights come into conflict. This serious problem is further complicated by a lack of consensus concerning prioritization among human rights. Nevertheless, the authors believe that a solid legal and ethical case can be made that the right to life should trump other human rights claims, particularly in its negative version. It is in fact, logically and chronologically the most basic human right. The authors believe that there is a strong logic to prioritizing the three generations of human rights as generally more important to less so. Viewing the problem of conscience rights in healthcare settings through the prism of conflicting rights and attempting to determine which rights should prevail is also a helpful exercise. The authors concur with the generally high position that the human right of conscience of healthcare professionals has been granted in most legislation and court decisions on the issue.
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