by A nn a M a r i a M or e t t i S g u bini D al 1995 la Soprintendenza per i Beni Archeologici per l'Etruria Meridionale ( fig. 1) ha avviato un serrato programma di iniziative finalizzate ad una più ampia conoscenza e valorizzazione delle memorie della cultura etrusca, programma che si è articolato su due diverse linee di sviluppo, rispettivamente incentrate sul territorio e sulle collezioni museali a questo collegate.Le strategie adottate sono state frutto di scelte meditate, che si sono dovute confrontare con risorse umane e finanziarie del tutto inadeguate alle problematiche da affrontare.Dovendo presentare, sia pure in forma sintetica, i risultati delle attività poste in essere, cominceremo dal territorio, precisando sin d'ora come gli interventi effettuati non sempre siano frutto di iniziative programmate, ma talora siano ricollegabili anche ad esigenze di tutela dovute alla realizzazione di opere pubbliche o private, o più di frequente messe a punto per contenere i guasti irreparabili che l'incessante attività clandestina continua a provocare al nostro territorio.La più forte esigenza che nel 1995 si avvertiva a livello di territorio era quella legata alla conoscenza dei grandi siti quali Veio, Caere, Tarquinia e Vulci, siti che si propongono quali campi di ricerca tanto ricchi quanto stimolanti, ma la cui complessità e vastità richiedevano un'organizzazione diversa da quella tradizionale, imponendo una linea di azione per la cui realizzazione si è ricercato l'aiuto di studiosi e colleghi universitari. Ciò anche in considerazione di un altro non trascurabile figure 1 -Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.Brought to you by | Rutgers University Authenticated Download Date | 6/1/15 11:10 AM -134 -fattore, quello legato al riordinamento e allo studio dei materiali provenienti dai vecchi scavi che, conservati nei depositi, costituiscono uno straordinario campo di indagine ove sottoposti ad analisi puntuali. Una prima sintesi di questo lavoro sono state le mostre organizzate a Villa Poniatowski e a Tarquinia, come pure le tematiche relative allo sviluppo dei centri sono state affrontate nel Convegno organizzato nel 2001 dall'Istituto Nazionale di Studi Etruschi.In tal senso è stato messo a punto il "Progetto Veio" che, promosso d'intesa con docenti e ricercatori operanti sul terreno d'intesa e in collaborazione con la Soprintendenza, ha determinato la contemporanea apertura di distinti punti di scavo che hanno interessato altrettanti settori strategici per la conoscenza dell'insediamento. Si è anzitutto operato nell'area del Santuario del Portonaccio, stante anche l'esigenza da parte del gruppo di etruscologi impegnati nel Progetto Veio e diretti da Giovanni Colonna di procedere a puntuali verifiche di alcuni settori già interessati dagli scavi compiuti nel primo cinquantennio del Novecento, verifiche peraltro indispensabili sia per poter giungere all'edizione scientifica di alcuni di quegli stessi scavi 1 sia per la puntualizzazione delle più generali problematiche afferenti la ricostruzione del complesso m...
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