Bebelos: spazio sacro, gradazioni di sacralità e gerarchie di partecipazione O gni tentativo di accostamento alla nozione greca di "sacro" corrisponde alla necessità di misurarsi con una complessa varietà di significanti (hieros, hagnos, hosios, alsos, temenos, adyton, etc.) che rimandano, a loro volta, a una molteplicità di aspetti ancora più problematica: il rapporto tra uomini e dei, la creazione e l'essenza della potenza divina, le azioni compiute dagli uomini, tra le quali si distinguono, in particolare, gli atti costitutivi di uno spazio sacro. Ma la difficoltà maggiore deriva dalla tentazione di applicare, in un simile percorso interpretativo, strumenti ermeneutici moderni, univoci e rigidi, inadatti a cogliere intrecci e sovrapposizioni, come, per esempio, l'antinomia tra "sacro" e "profano". Con l'obiettivo di superare, almeno in parte, la rigidità di tale applicazione, cercheremo di analizzare come funziona una peculiare nozione di "profano", veicolata, per i parlanti greco di età arcaica e classica, dal termine bebelos. Ci soffermeremo pertanto sui contesti nei quali sono attivi la complementarietà tra bebelos e hieros, la competizione tra bebelos e hosios, la produttività di bebelos in rapporto alla costruzione dello spazio sacro e delle gerarchie in base alle quali gli uomini possono accedere e partecipare a tale spazio.