1975
DOI: 10.1007/bf00244591
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The family estate in an upland Carpathian village

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“…La figura del contadino-operaio è stata ampiamente analizzata dagli studiosi della regione (Beck, 1976;Randall, 1976;Kideckel, 1993), per la sua caratteristica di ponte socio-economico e culturale tra dimensione rurale e urbana: per questo soggetto, il villaggio rimaneva uno spazio di vita e di relazioni molto significativo, nel quale, ad esempio, investire i proventi del lavoro in fabbrica costruendosi una nuova casa, secondo lo stile architettonico tradizionale; in merito, le statistiche locali (Pepene e Popovici, 2012) evidenziano, durante gli anni '70, un piccolo boom edilizio sull'altipiano. Ma il villaggio restava centrale anche per quanti decidevano di trasferirsi permanentemente a Brașov: infatti il continuo scambio relazionale e di risorse tra chi viveva in città e chi era rimasto sui monti portava alla creazione di famiglie diffuse, come risposta adattiva ai cambiamenti portati dal sistema socialista (Randall, 1976).…”
Section: Journal Of Alpine Research | Revue De Géographie Alpine 105unclassified
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“…La figura del contadino-operaio è stata ampiamente analizzata dagli studiosi della regione (Beck, 1976;Randall, 1976;Kideckel, 1993), per la sua caratteristica di ponte socio-economico e culturale tra dimensione rurale e urbana: per questo soggetto, il villaggio rimaneva uno spazio di vita e di relazioni molto significativo, nel quale, ad esempio, investire i proventi del lavoro in fabbrica costruendosi una nuova casa, secondo lo stile architettonico tradizionale; in merito, le statistiche locali (Pepene e Popovici, 2012) evidenziano, durante gli anni '70, un piccolo boom edilizio sull'altipiano. Ma il villaggio restava centrale anche per quanti decidevano di trasferirsi permanentemente a Brașov: infatti il continuo scambio relazionale e di risorse tra chi viveva in città e chi era rimasto sui monti portava alla creazione di famiglie diffuse, come risposta adattiva ai cambiamenti portati dal sistema socialista (Randall, 1976).…”
Section: Journal Of Alpine Research | Revue De Géographie Alpine 105unclassified
“…La politica socialista nelle aree montane si concretizzò dunque in interventi, diretti o indiretti, che in ultima istanza favorirono in molte zone la permanenza delle comunità autoctone nelle terre alte (Stan e Stewart, 2005): innanzitutto, la realizzazione di impianti industriali nelle città di fondovalle offriva spesso agli uomini -pendolari giornalieri tra montagna e città -un impiego stabile e remunerato, nell'ottica di economie di diversificazione basate sulla complementarietà tra redditi da agricoltura e da lavoro operaio (Randall, 1976); sempre l'intervento statale garantiva inoltre l'assorbimento di una quota di lavoratori nel settore forestale e della cura del territorio montano, oltre che nel settore minerario. In secondo luogo, l'infrastrutturazione delle zone montane messa in campo dal regime, in termini tanto materiali (strade e trasporti pubblici, che collegavano alle città anche i villaggi più remoti), quanto di servizi socio-sanitari e culturali (scuole, presidi sanitari, centri culturali rurali), pur essendo spesso di qualità mediocre, garantiva comunque quell'offerta minima e costante di facilitazioni, grazie alle quali era possibile continuare a vivere in montagna.…”
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“…First, men who were fit for daily commuting benefitted from the possibility to supplement their agricultural income by industrial wages afforded by the establishment of industrial enterprises in foothill André Crous2017-03-09T14:32:00André CroAutore sconosciuto2017-03-09T14:32:00Autore sctowns, which formed part of state efforts to incentivise the diversification of local economies (Randall, 1976). Moreover, state involvement ensured the constant absorption of the local workforce into the forestry and mining sectors.…”
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“…According to the 1966 population census, 300 of the parish's total 1,903 inhabitants held industrial jobs in nearby towns, commuting every day between the workplace and their village that usually enabled them to supplement household consumption through small-scale farming (Pepene and Popovici, 2012). The social type of the peasant worker has been analysed in depth by scholars who have taken an interest in this region (Beck, 1976;Randall, 1976, Kideckel, 1993 because of its potential for socioeconomic and cultural bridging between urban and rural environments. This feature is one of the main reasons why the village remained a locus of meaningful social relations, where, for instance, one could invest wages from factory work in a new house built in accordance with traditional local architecture.…”
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