Six projets pour l’urbanisme euroméditerranéen / Sei progetti per l’urbanistica euromediterranea

Abstract

This book is conceived with the desire to dialogue with the southern shore of the Mediterranean Sea about some great current challenges in the fields of urban design and territorial planning. In this perspective, the authors identify six themes at the basis of the Italian disciplinary tradition, from which to extract suggestions for future projects. Some specific strategies emerge: the structuring role of the non-artificialized open space; the ordering function of the collective public space; the centrality of public action in the governance of transformations; the importance of multidisciplinary and integrated approach to problems; the heritage intended as a living repository of ideas for the project. Finally, the evocation of a limit between anthropogenic and natural factors that gives measure and dimension to our world.

Icelandic Farmhouses

“…He wrote that "turf and concrete had nothing in common" (Jónas Jónsson, and Benedikt Gröndal 1957, 118). 20 As the next paragraph will show, similar changes occurred in the design of farmhouses, whose traditionalist design was soon substituted by low, functional dwellings. One might wonder why traditional farmhouses were momentarily brought back to life at a time when modern architecture was pointing in a completely different direction.…”

“…19 In 1875, the district administrative officer [hreppstjóri] Jónas Símonarson (1836-93) published an article with a few considerations on how to improve Iceland's building traditions, promoting a wider use of timber and stone constructions. Rather harshly, he also acknowledged the miserable natural conditions of Iceland, "this huge, difficult, and mountainous snowland" 20 (Jónas Símonarson 1875, 91). Until the 1920s, most farmhouses were still built and restored in turf, and building experts were rarely consulted.…”

Firenze nella prima metà dell’Ottocento

“…Il rilevamento del territorio, compiuto inizialmente da un nucleo di tecnici francesi ai quali vengono poi aggiunti geometri toscani addestrati durante i lavori, si svolge non senza difficoltà, dovute anche alla scarsa collaborazione dei proprietari 20 , ed è condotto con semplici strumenti topografici e di misurazione, che non forniscono risultati pienamente affidabili. Contrariamente al caso della Francia, dove ci si appoggia alle triangolazioni geodetiche stabilite da César-François e Jean-Dominique Cassini, in Toscana la mancanza di una rete geodetica estesa a tutto il territorio, che serva ad ancorare e controllare i rilevamenti locali, rende le incertezze ancora maggiori.…”

“…17 1812»), nonché in alcuni fogli lucidi della comunità del Galluzzo 18 . Non si può fare a meno di osservare che questi disegni mostrano sia una concordanza tra le norme impartite e i caratteri grafici impiegati 19 , sia una forte somiglianza del cartiglio descrittivo, circoscritto da un'ellisse, con il prototipo proposto tra i modelli allegati nella Recueil méthodique 20 . Il cartiglio incorniciato da un'ellisse, pur se con leggere modifiche di impostazione del testo che vi è contenuto, si ritrova anche sulla mappa denominata «d'impianto» della sezione A di Firenze (Fig.…”

“…I nomi delle Comuni confinanti in istampatello, o grosso bastardo, quelli delle sezioni limitrofe in mezzo bastardello, e quelli dei fiumi o ruscelli in piccolo carattere rotondo, il tutto seguitando la tortuosità dei confini, e del corso dei fiumi suddetti». 20 Recueil méthodique… 1811, pp. 28-33.…”