Outcome of surgery for a symptomatic herniated thoracic disc in relation to preoperative characteristics of the disc

Abstract

SummaryBackground. This report presents general information on herniated thoracic discs, their clinical manifestations as well as surgical treatment, and examines the differences in the surgical outcome based on disc characteristics.Methods. This study includes 33 thoracic discectomies in 29 patients with a ventrally situated herniated thoracic disc reaching to the thoracic cord. Using preoperative computed tomography scanning and magnetic resonance imaging, the direction of the disc was classified as either central or lateral, and disc consistency classified as either soft or hard. Clinical outcome was assessed according to the Japanese Orthopedic Association (JOA) Score for thoracic myelopathy. The score was obtained by analysing motor, sensory and bladder function. Recovery rate was assessed, comparing preoperative and postoperative status based on disc characteristics. The correlations between outcome, symptom duration and recovery rate were also investigated.Findings. Clinical outcome according to the JOA Score showed significant postoperative improvement, increasing from 7.0 AE 3.1 points to 8.2 AE 2.7 points postoperatively (p < 0.01). The mean recovery rate was 12.4 AE 56.9%, and 16 patients (55.2%) showed improvement. In the soft disc group, there was improvement in all categories, but the hard disc group showed no improvement. The central disc group showed improvement

Revision surgery in thoracic disc herniation

“…Choosing the right approach to these lesions thus remains in the focus of the debate. While some researchers advocate to consider the surgeons experience [2,3], the scientific question for the best treatment strategy thereby remains unanswered.…”

Herniated thoracic disc: surgical treatment

“…Indicazione assoluta è rappresentata da un quadro mielopatico conclamato con livello di sensibilità corrispondente al livello dell'ernia e associato a riduzione di forza agli arti inferiori [4]. Il dolore radicolare cronico, refrattario alla terapia conservativa, viene considerato [19] come possibile indicazione all'intervento, anche se con molta minor determinazione rispetto alla mielopatia [14]. Nella nostra serie nessun paziente è stato operato per la sola radicolopatia.…”

“…Ma che il problema sia reale e consistente si può evincere da quanto riportato da Dickman [23] che, riferendosi a una casistica di 187 pazienti operati in tre centri statunitensi dal 1992 al 1996, descrive la necessità di ricorrere a un secondo intervento in 15 casi (8%): cinque volte per errata identificazione del disco, dieci volte per incompleta rimozione dell'ernia. I nostri risultati neurologici appaiono molto simili a quelli di Yi [14], con percentuale di miglioramento attorno al 60% dei casi e con possibile deterioraOrtopedia Reumatologia e archivio di a b c d Fig. 2.…”

“…Non vi è un singolo approccio che si adatti perfettamente a tutte le situazioni e la scelta dipende da numerosi fattori: livello dell'ernia, lateralizzazione, caratteristiche dell'ernia (consistenza, direzione e volume), esperienza e preferenza del chirurgo, condizioni generali del malato. Per quanto riguarda la consistenza, il disco può essere definito [14] duro in caso di almeno parziale calcificazione, o molle in assenza di calcificazioni. La direzione dell'ernia può essere centrale se la sporgenza è mediale rispetto ai bordi del sacco durale, laterale se la maggior parte del disco è posta lateralmente al sacco, centro-laterale in caso di ernia laterale e con sviluppo anche fino alla linea mediana del canale vertebrale.…”

“…Tale dato non coincide con la nostra esperienza per quanto riguarda la morbilità. L'incidenza delle complicanze in caso di approccio laterale o transtoracico appare maggiore rispetto all'approccio transpeduncolare, e ciò è dovuto certamente alla maggiore complessità della via chirurgica per quanto riguarda le complicazioni non neurologiche, mentre le complicazioni neurologiche appaiono giustificate dal diverso tipo di ernie affrontate: con approcci laterali o antero-laterali si operano, infatti, ernie con le caratteristiche più sfavorevoli, poste in posizione centrale, voluminose, spesso calcifiche e talora intimamente adese alla dura [14].…”