Infezione da HIV e gestione delle malattie cardiovascolari: molta strada ancora da fare HIV infection and management of cardiovascular disease: still a long way to go A più di venti anni dalla introduzione della HAART (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) si può finalmente affermare, senza possibilità di essere smentiti, che una grande sfida è stata vinta: la sopravvivenza di una persona HIV-positiva si avvicina oggi di molto a quella di una persona non infetta, soprattutto nei paesi economicamente più avanzati (1). E questo importante risultato è testimoniato dal fatto che la principale causa di morbilità e mortalità è costituita oggi, anche tra i soggetti HIV-positivi, dalle cosiddette "Non-Communicable Diseases": gli eventi non AIDS-correlati superano per frequenza le malattie opportunistiche legate all' AIDS (2). In relazione ad alcune caratteristiche epidemiologiche e patogenetiche della malattia da HIV, quali ad esempio uno stato di infiammazione cronica persistente, la frequenza di molte di queste co-morbosità è più elevata rispetto alla popolazione generale. Tra queste, in particolare, le malattie cardio-e cerebro-vascolari rappresentano una delle sfide cliniche più importanti, considerato anche il progressivo invecchiamento della popolazione HIV-positiva. Su questo numero di JHA compaiono due rilevanti contributi che affrontano questa tematica (3,4). In questo campo molto si è fatto in termini di approcci preventivi, precoce identificazione della patologia e sviluppo di farmaci antiretrovirali con un miglior profilo in termini di tossicità metabolica. Tuttavia, molta strada rimane ancora da fare, soprattutto sul versante della comprensione e degli interventi relativi ad uno dei più importanti meccanismi patogenetici degli eventi cardiovascolari: l'infiammazione. Lo studio REPRIEVE (Randomized Trial to Prevent Vascular Events in HIV) è probabilmente il più importante studio su questo tema in quanto vuole indagare anche gli effetti anti-infiammatori delle statine (5). Lo studio è attualmente in corso con lo scopo di valutare l'efficacia di pitavastatina nella prevenzione degli eventi cardiovascolari in pazienti HIV-positivi asintomatici, senza storia di malattia cardiovascolare. È previsto l'arruolamento di 6500 pazienti di età compresa tra 40 e 75 anni che verranno assegnati in modo casuale a ricevere pitavastatina 4 mg al giorno o placebo, con un periodo di follow-up pianificato di 6 anni. La pitavastatina è una statina di più recente introduzione che per le sue caratteristiche farmacocinetiche ha scarse interazioni con farmaci antiretrovirali (6). L'end-point composito definito nello studio prevede l'analisi delle morti per malattia cardiovascolare e l'incidenza di eventi quali l'infarto miocardico, l'angina instabile, l'ictus e la rivascolarizzazione arteriosa. E' prevista anche la conduzione di un sotto-studio su 800 partecipanti che valuterà gli effetti della pitavastatina sulla placca coronarica, l'infiammazione vascolare e l'attivazione del sistema immunitario. I risultati di questo studio, per ...