Sintesi. La filiera vitivinicolaè una attiva produttiva che non può essere considerata esente impatti ambientali correlati. Comeè noto nel ciclo di vita del vino la fase più impattanteè quella agricola. Ciò a causa dell'utilizzo dei combustibili fossili per i macchinari agricoli, dei prodotti fitosanitari per la protezione della vite e per l'uso di pratiche di fertilizzazione per il mantenimento di alte rese per ettaro. Un aspetto importanteè quello legato alle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) in un'ottica di ciclo di vita del prodotto. Le pratiche di fertilizzazione del terreno in ambito viticolo prevedono la somministrazione di azoto, fosforo e potassio e altri microelementi (Mg, Fe, Bo, Zn, Cu), tali da garantire livelli produttivi adeguati alle necessità della azienda agricola. Tale quantitativo varia in base alle caratteristiche del terreno, come ad esempio il contenuto in sostanza organica. In questo studio, sulla base delle pratiche frequenti a livello regionale (Abruzzo),è stata comparata la possibile gestione di un vigneto (Montepulciano) secondo due principali modalità di concimazione. La prima secondo le pratiche del disciplinare della Regione Abruzzo, e nella seconda attraverso una gestione standard e con un apporto di 600 Kg di fertilizzante NPK. Dall'analisi dei datiè emerso che la pratica della fertilizzazione rappresenta una componente molto importante in termini di emissioni di GHG. Si nota che le due tecniche operative mostrano che il solo utilizzo di prodotti NPK genera un quantitativo di emissioni superiore di circa il 30% alla procedura con NPK e trattamenti fogliari. Questo risultatoè da attribuire principalmente al ridotto utilizzo di concimi NPK e in parte al fatto che i quantitativi di prodotti fogliari utilizzati (2-3 l/ha per singolo trattamento) sono di gran lunga inferiori rispetto ai concimi granulari standard di tipo NPK.
IntroduzioneL'aumento della concentrazione di gas ad effetto serra (GHG)è considerata la causa principale dei cambiamenti climatici mondiali [25]. Fra questi gas la CO 2è aumentata da 280 ppm nel 1975, a più di 380 ppm nel 2010 e la sua crescitaè costante (+ 1,5 ppm/anno) [25]. Allo stesso modo anche gli altri GHG hanno raggiunto concentrazioni elevate; ad esempio la concentrazione atmosferica di CH 4 e passata da 722 ppb (nel 1750) a 1800ppb (nel 2011) con una crescita del 150%, allo stesso modo la N 2 Oè anno passata da 271 ppb a 324,2 ppb nello stesso intervallo di anni [25].Le principali fonti di emissione di GHG derivano dai combustibili fossili che, nel corso del 20• secolo, sono stati utilizzati in maniera drastica sia per attività energetiche che per quelle manifatturiere [20]. Il Protocollo di Kyoto prevede per i paesi firmatari l'obbligo di operare una riduzione delle emissioni di questi gas entro il 2020. Tuttavia esso nonè ancora riuscito a raggiungere i traguardi attesi [23][24][25]. Le emissioni di GHG non sono l'unica problematica a cui fa riferimento il protocollo di Kyoto, infatti l'effetto serraè determinato anche dalla riduzione dei bacin...