La natura e l' immaginario: le aree protette come costruzioni sociali

Abstract

L'articolo propone alcune riflessioni sul significato delle aree protette nella prospettiva teorica della social nature. A partire dall'idea che la natura non ha valore in sé, ma è un costrutto culturale, viene qui presentata una discussione teorica basata su tre temi chiave, che offrono l'occasione per riflettere sul potenziale ruolo delle aree protette come elementi di una realtà costruita socialmente e come strumenti funzionali alla territorializzazione contemporanea. Le finalità teoriche sono perseguite attraverso l'analisi sintetica di un caso di studio: il Sistema Parchi dell'Oltrepò Mantovano. Il progetto innovativo che hagenerato questa esperienza singolare e il peculiare approccio alla preservazione e alla promozionedel patrimonio che la contraddistinguono, offrono pertanto spunti di riflessione utili a sostenere e rafforzare l'idea che le aree protette possono assumere un ruolo chiave nella costruzione e nella promozione di una visione alternativa di ciò che è naturale, contribuendo alla produzione di un immaginario collettivo fondato sull'ibridazione tra società e natura.

Remembering Yellowstone: Nature Conservation, Popular Culture and Belonging

“…The social construction of nature therefore challenges "the apparent self-evidence and ontological fixity of nature" (Demeritt 2002, 768). Adopting this perspective advances the unveiling of the cultural and political roots of Yellowstone, which is not an untouched nature area (Jacoby 2014), and of all the parks and wilderness areas throughout the world (Neumann 1998;Kupper 2014;Zanolin 2021;Zanolin and Paül Carril 2021).…”

Proposte di intreccio tra natura e cultura nelle aree protette: il festival Musica in Quota

“…Eppure, proprio nelle aree protette, può emergere una possibilità di superamento di tale visione attraverso proposte in cui natura e cultura si intrecciano reciprocamente. Come sottolineato da Zanolin (2021), le aree protette dovrebbero essere considerate come strumenti utili a diffondere pratiche ispirate anche a finalità territoriali, sociali, economiche e culturali. Il caso di studio presentato può rappresentare un esempio di riappropriazione di tali spazi attraverso pratiche culturali partecipative.…”