La gestione della pandemia di NAFLD: il ruolo del diabetologo

Abstract

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è la causa più comune di malattia epatica cronica in tutto il mondo, con una prevalenza globale stimata attorno al 25-30% nella popolazione generale (1), che raggiunge punte del 70% negli adulti con diabete di tipo 2 (DT2) (2-3). L'aumento costante della prevalenza di NAFLD, che si manifesta in parallelo con l'aumento della diffusione del diabete e delle patologie metaboliche legate all'obesità, non colpisce solo i paesi industrializzati ma anche quelli in via di sviluppo e le economie emergenti (3).La NAFLD è una condizione spesso asintomatica ed in molti casi non accompagnata da significative alterazioni ematochimiche; inoltre, l'opportunità di implementare misure di screening sulla popolazione generale piuttosto che su specifiche categorie a rischio è tuttora dibattuta, principalmente in relazione alla mancanza a tutt'oggi di una strategia terapeutica validata (3).A livello epidemiologico, a parità di fattori di rischio metabolici, il sesso femminile appare quello maggiormente colpito. Ad esserne maggiormente affetti sono gli individui di età avanzata e gli anziani, probabilmente per la prevalenza in queste popolazioni dei principali fattori di rischio per NAFLD (sovrappeso/obesità, DT2, dislipidemia, stile di vita sedentario) (1). La diffusione della NAFLD nei soggetti non obesi è influenzata da sesso, presenza di suscettibilità genetica ed etnia; la prevalenza di NAFLD nell'Asia meridionale è molto più alta negli uomini non obesi rispetto alle donne (4) ed è in genere maggiore negli ispanici e nelle popolazioni afro-americane (5). NAFLD e diabete: una relazione pericolosaLa NAFLD e il DT2 sono condizioni comunemente coesistenti nel paziente con sindrome metabolica. Più in generale, i pazienti con NAFLD sono identificabili tra coloro che presentano le componenti della sindrome metabolica (6-8). Il rischio e la severità di NAFLD e NASH, inoltre, aumentano all'aumentare del numero di componenti della sindrome metabolica (9). In ogni modo, il DT2 rappresenta il più importante fattore di rischio per lo sviluppo di NAFLD e il principale predittore di esiti sfavorevoli e rapida progressione della NAFLD verso stadi di fibrosi avanzata ed epatocarcinoma. La prevalenza di NAFLD tra i pazienti diabetici aumenta linearmente con il BMI (10-13).