L'ernia discale lombare. Basi anatomiche

Abstract

Parole chiave: ernia discale lombare, anatomia.La colonna vertebrale testimonia, in modo evidente, di un'organizzazione intelligente e permette, partendo dalla soluzione che conosciamo e dai problemi che ci sono ignoti, di decrittarne il programma. L'assenza di errori tecnici in quest'ultimo, va comunque ad urtarsi con la frequente possibilita di alterazioni determinanti delle pannes o alia lenta ma irreversibile degradazione delle strutture dovuta all'eta. E chiaro che il rachide lombare e un sistema complesso che illustra perfettamente questi principi. Concepito per sopportare dei carichi e dei contrasti importanti, l'alterazione dei suoi componenti genera una ricca patologia, nella quale il dolore tiene una collocazione preponderante. E opportuno segnalare che voler trovare, nella teoria evoluzionista, le ragioni di questa debolezza apparente, non ha niente di scientifico, tanto e vero che il rachide dell'uomo non e debitore in nulla a quello dei quadrupedi, se non per l'esistenza degli stessi componenti, ma adattati secondo un programma originate, dovuto al genio del Costruttore.Noi tratteggeremo qualche aspetto generate dell'organizzazione del rachide per studiare poi gli elementi anatomici suscettibili di spiegare la patologia e di supportare le scelte terapeutiche. Aspetti generali dell'organizzazione del rachideIl rachide e una colonna poliarticolata, stabilizzata in posizione da un sistema muscolare dal coordinamento particolarmente complesso, che permette la fissazione del rachide in posizione ed il movimento per sommazione di ampiezza di ogni articolazione intervertebrale. Il processo di stabilizzazione ancora non e ben noto, ma con ogni evidenza obbedisce ad un controllo a circolo chiuso, di tipo automatico, che assicura una regolazioRivista di Neuroradiologia 2(Supp1.1): [5][6][7][8][9][10][11][12][13]1989 ne posturale controllata dai recettori situati principalmente nei muscoli e nelle capsule articolari.Uno dei piu importanti principi costruttivi del rachide e stato la ricerca di un dispositivo efficace di ammortizzazione.In effetti la locomozione umana impone, in permanenza, dei contrasti legati non solamente al peso ed alia contrazione muscolare, ma anche agli urti dovuti al contatto permanente di una parte del corpo con una superfice esterna piu o meno rigida. La trasmissione di queste onde d'urto verso la scatola cranica deve essere, per quanto possibile, evitata. La risposta a questo principio e data dal tripode articolare vertebrale: la parte anteriore e un cuscino idrostatico, deformabile ma incomprimibile, la parte posteriore e un limitatore di movimenti, che permette grazie alia geometria delle apofisi articolari di orientare i movimenti multi direzionali autorizzati dalla deformabilita del disco.Quest'ultimo e concepito in modo tale da mantenere un distacco morbido tra i corpi vertebrali, grazie all'esistenza di una zona centrale costituita da un tessuto altamente idrofilo dovuto ai radicali OH dei polisaccaridi che la compongono. L'acqua, fisicamente incomprimibile, diviene un fluido ...

Disc Degeneration: A Sort of Neuroadaptive Skeletal Dysplasia in the Adult and Aged

“…Concerning sacral radiculo-foraminal( -pedicular) interrelations, viz., sharp angulation of most sacral nerve roots around the foramina! roof see Grieve and Newman 18 (their figures 2-15) and Rabischong 33 (his figure 2F). Moreover, L4,5 roots dispose of a distinctly lesser length reserve in respect to the vertebral envelope, even under normal conditions they are slightly less slackened than Ll-3 roots 8 • 43 • What this amounts to is that with atrophogenic shortening (setting in extremely slowly in the course of aging) the L4-S roots will be the first to be exposed to undue stretching which is compensated for by radiculoprotective "degenerative" craniad shift of the L5-S complex.…”