Intimità sonore.

Abstract

Come possono essere connessi il suono e lo spazio al di là di una posizione prettamente metaforica? La filosofia del suono, l’estetica e la musicologia da decenni hanno mostrato un interesse crescente per la ricerca sullo spazio. Il modo in cui interagiamo, comunichiamo e raccogliamo informazioni sullo/nello spazio è radicato nel suono in un modo completamente differente da quello della metaforica musicale. Nell’articolo propongo un’analisi del ruolo che il suono riveste nella costituzione sia dello spazio sia delle relazioni d’intimità che vi si installano. A partire dagli spunti che E. T. Hall ci dà per delineare una nuova comprensione della stessa prossemica che includa l’esperienza sonora, sostengo che suono, silenzio e rumore siano necessari per delineare lo spazio intimo e il modo in cui vi interagiamo. Muovendo dal punto di vista della prossemica classica l’analisi verte quindi sulle relazioni tra suono, spazio e corpo dialogando con la fenomenologia, l’antropologia, la semiotica e la filosofia dello spazio.

Are Sounds Events? Materiality in Auditory Perception

“…We experience the world through our senses due to perception and a body embedded in the world, where our body is always in touch with and immersed in the world (Le Breton, 2006;Merleau-Ponty, 2012). It is therefore a world populated by things, which we encounter through sense perception hence also through auditorily perception (Gonnella, 2022b, also for proxemic implications). If the first part of this paper has shown how we experience things and sources through audition, in the second part we have explored the possibility of hearing sounds without gaining any information about their sources or interest in their locations, dimensions or features.…”