Fratture esposte diafisarie di tibia

Abstract

OPEN TIBIAL SHAFT FRACTURES Important considerations in surgical management of open tibial shaft fractures include trauma to theatre timing, fixation technique and soft tissue coverage. We retrospectively reviewed the clinical and radiological data of patients with open tibial shaft fracture admitted to our emergency department from January 2011 to May 2015. Sixty-four patients were eligible for this study. All fractures were acutely debrided and fixed with a monoaxial external fixator. All fractures healed at 21-30 weeks. An angular deformity <5°was present in all patients. No deep infections were recorded. Pubblicato online: 26 gennaio 2016 IntroduzioneLa diafisi tibiale rappresenta il sito più comune di esposizione nelle ossa lunghe, costituendo circa il 44,7% del totale [1]. La scarsa copertura dei tessuti molli nella regione anteromediale della gamba e la precaria vascolarizzazione di tale ragione rappresentano alcune delle possibili spiegazioni per questa elevata incidenza [2]. È possibile osservare un andamento bimodale dell'incidenza di tali fratture, con un picco in età giovanile e prevalenza maggiore nel sesso maschile (in media 42,8 aa, 76,2% sesso maschile) e un secondo picco in età senile con un aumento dell'incidenza nel sesso femminile (>65 aa, 39,6% sesso femminile) [3]. Le fratture esposte diafisarie di tibia nel paziente con età >65 aa, rappresentano il 18% del totale: sono di solito conseguenza di traumi a bassa energia (traumi torsionali con pattern di frattura spiroide) e associate a maggiore fragilità sia del tessuto osseo che dei tessuti molli [4]. In questo sottogruppo di pazienti il trattamento è generalmente più complesso, specialmente nei gradi di lesione più elevati (Gustilo III) e richiede l'impiego di maggior tempo e risorse nel trattamento [3]. Nel paziente politraumatizzato (paziente con frattura di almeno un osso lungo e trauma cranico, toracico o addominale) le fratture esposte della diafisi tibiale hanno incidenza variabile dal 6,4% al 19%, a seconda delle casistiche [3,4]; il trauma cranico rappresenta la lesione associata più comune [3].Il meccanismo traumatico riportato è: incidenti stradali 62,2-70%; cadute dall'alto 8,7-20%; sport 5-7,4%; traumi da lavori pesanti 4%; lesioni da arma da fuoco 1-8,3% [3,5]. La suddivisione dell'incidenza secondo la classificazione di Gustilo-Anderson è: Gustilo I (23,5%), II (19,6%), IIIA (23%), IIIB (29,6%), IIIC (4,1%), mentre quando si considera la tipologia di frattura secondo la classificazione AO, l'incidenza relativa è: Tipo A (40,2%), B (24,1%), C (35,7%) [1]. Le fratture esposte di tibia rappresentano un trattamento impegnativo per il chirurgo ortopedico, soprattutto nei casi di trauma ad alta energia con esteso interessamento dei tessuti molli. La natura multidisciplinare della lesione impone spesso il precoce coinvolgimento di altre figure specialistiche, quali il chirurgo plastico e, ove necessario, il chirurgo vascolare. Lo scopo del trattamento è la prevenzione delle infezioni, la stabilizzazione ossea e la gestione delle possib...