Roadmap towards an institutional Impella programme for high‐risk coronary interventions

Abstract

Coronary artery disease (CAD) and its complications remain the main cause of morbidity and mortality worldwide. Patients with extensive CAD and multiple comorbidities who require complex, high‐risk percutaneous coronary intervention (HR‐PCI) are at risk of haemodynamic instability and may require short‐term mechanical circulatory support (MCS) during the procedure to maintain sufficient perfusion and prevent ischaemia. Impella is a microaxial continuous blood flow pump used for percutaneous support of the left ventricle in patients undergoing HR‐PCI. Data from randomized controlled trials and registries suggested an advantage for Impella devices in patients undergoing HR‐PCI, compared with other types of MCS. As a thorough understanding of the benefits and drawbacks of the Impella technology is crucial for patient outcomes, we provide a technological overview of Impella and share our experiences gathered during the implementation of institutional Impella programmes in Poland as a roadmap of selection and periprocedural care for patients treated with Impella in the setting of HR‐PCI. We propose 10 steps for implementation of an institutional Impella programme for HR‐PCI, including (i) dedicated staff training; (ii) standard operating procedure and troubleshooting algorithms prior to the first intervention; (iii) patient selection by the multidisciplinary Heart Team; (iv) patient preparation using multimodality imaging; (v) procedure planning in terms of large‐bore access, equipment, and complete revascularization; (vi) starting with HR‐PCI support; (vii) starting with femoral artery access in a patient without extensive peripheral artery disease; (viii) multidisciplinary care after the procedure; (ix) haemodynamic and laboratory monitoring to ensure immediate diagnosis of access‐site complications, bleeding, haemolysis, acute kidney injury, and infections; and (x) careful revision of every HR‐PCI case with the team.

La gestione infermieristica e la prevenzione delle complicanze nel paziente portatore di dispositivo di assistenza ventricolare Impella

“…[23][24][25][26][27][28][29][30] L'ottimizzazione dell'angolo tra guaina e pelle è uno degli interventi utili per ridurre il rischio di sanguinamento. 31 Durante l'impianto, l'uso e l'espianto del dispositivo Impella, è necessario prestare estrema attenzione alla prevenzione di emorragie e complicanze dell'accesso vascolare. 5 Il sanguinamento più comune nel sito di puntura si verifica entro 24 ore dall'inserimento di Impella.…”

“…Il paziente portatore di Impella necessita di esami di laboratorio ai fini di monitoraggio. 31 I pazienti trattati con un dispositivo Impella possono sviluppare HIT (trombocitopenia indotta da eparina). Per evitare l'insorgenza di tale complicanza è opportuno garantire una corretta gestione della terapia anticoagulante.…”

“…È fondamentale riscontrare precocemente tali complicanze. 31 Le competenze essenziali per la cura e il mantenimento del Dispositivo di Accesso Venoso Centrale (CVAD) sono fondamentali per gli infermieri in tutte le aree di un sistema sanitario. 12 È stato dimostrato che un indice di massa corporea elevato ed altri fattori relativi al paziente sono fattori predisponenti all'insorgenza di complicanze infettive.…”

“…33 In presenza di sanguinamento può essere, utile in attesa dell'intervento medico, effettuare una compressione del sito d'accesso con garza imbevuta di acido tranexamico. 31 Il sanguinamento maggiore si manifesta più frequentemente nei pazienti: con storia di ipertensione; di sesso femminile; con età avanzata, 29 in terapia post-PCI (doppia anti-aggregazione), 23 con utilizzo prolungato del dispositivo Impella 29 e con trombocitopenia. 30 L'articolo di Miriam Abaunza et al 27 sottolinea che le complicanze vascolari nei pazienti portatori di dispositivo Impella sono più frequenti nelle donne e nei pazienti che hanno subito procedure in emergenza.…”

“…Nei pazienti con supporto prolungato da dispositivo Impella possono presentarsi complicanze infettive e ne sono fattori predisponenti: l'indice di massa corporea elevato, diabete mellito, età avanzata, malattia renale cronica e dialisi, fragilità pre-impianto e il sanguinamento postoperatorio, che richiede un nuovo intervento. 13 L'articolo di Arkadiusz Pietrasik et al 31 evidenzia le infezioni del sito di accesso, della linea centrale e le polmoniti da ab-ingestis come predominanti nei pazienti con Dispositivo di Assistenza Ventricolare Sinistra (pLVAD). In relazione a quanto emerso è essenziale valutare giornalmente i tre criteri per il riscontro precoce della sindrome da risposta infiammatoria sistemica: temperatura corporea (ipertermia), frequenza cardiaca e respiratoria (tachipnea e tachicardia) e conta leucocitaria (leucocitosi o leucopenia).…”